In questo approfondimento vi spieghiamo l’importanza della prima visita ortodontica e come questa viene eseguita in studio.
Cosa sono le malocclusioni?
Prima di illustrare il percorso della prima visita ortodontica, bisogna soffermarsi sulle malocclusioni.
Le caratteristiche facciali di ognuno di noi possono essere espressione di un’interazione tra fattori genetici, familiari ed ambientali. Queste possono concorrere a influire sulla crescita e lo sviluppo del complesso dento-maxillo-facciale, favorendo l’instaurarsi di malocclusioni.
Le malocclusioni rappresentano condizioni in cui i denti dell’arcata superiore non sono allineati perfettamente con i denti dell’arcata inferiore.
Quali sono le cause delle malocclusioni?
Alcune delle seguenti alterazioni funzionali rappresentano i principali fattori ambientali causa di malocclusioni:
- abitudini viziate come l’interposizione della lingua, la suzione prolungata del dito, della lingua e del ciuccio;
- alterazioni posturali;
- respirazione orale (ovvero a bocca aperta).
Tra i fattori locali, invece, possono causare le malocclusioni quelli dentali. Per esempio, l’avulsione traumatica dei decidui, ovvero la fuoriuscita dell’intero dente da latte, per estrazioni precoci o per problematiche come carie profonde. In questi casi, in assenza di un opportuno mantenimento dello spazio, si può generare una riduzione della lunghezza dell’arcata e un possibile quadro di malocclusione.
Quando effettuare la prima visita ortodontica?
Verso i sei/sette anni, quando in cui i denti da latte iniziano a essere sostituiti da quelli permanenti, è importante recarsi dall’ortodontista per una prima valutazione specialistica. Quest’ultima è necessaria per individuare o prevenire la presenza di errori di sviluppo dei denti.
Come si svolge la prima visita ortodontica?
Per poter eseguire una corretta diagnosi delle malocclusioni è necessaria la valutazione complessiva di diversi fattori che si ottiene attraverso alcuni step.
Raccolta dei dati anamnestici
Nella raccolta dei dati anamnestici, si pone attenzione anche alle caratteristiche occlusali e a eventuali problematiche ortodontiche dei familiari, per la possibile “familiarità̀” di determinati quadri clinici. Si indaga anche su eventuali eventi traumatici avvenuti nella prima infanzia per il possibile collegamento ad alterazioni scheletriche, così come si indaga sui traumi dentali avvenuti ai denti da latte per le possibili ripercussioni sulla dentatura permanente.
Esame clinico extra-orale
Si procede poi con l’esame clinico extra-orale che consente di stabilire la tipologia facciale (mesiofacciale, brachifacciale o dolicofacciale) e il profilo (concavo, convesso o piatto) con la valutazione dell’estetica del viso e del sorriso.
Esame clinico intraorale
L’esame clinico intraorale permette di:
- rilevare la formula dentaria, ovvero quanti sono i denti da latte e quanti i denti permanenti presenti in arcata;
- valutare preliminarmente caratteristiche e integrità̀ delle strutture dento-parodontali, lo spazio tra i denti delle arcate dentarie e le interazioni durante i movimenti mandibolari.
Esame funzionale
Grazie all’esame funzionale è possibile esaminare le articolazioni temporo-mandibolari, la muscolatura extra-orale ed eventuali alterazioni delle loro funzioni. Spesso, la presenza di disturbi funzionali è associata a una malocclusione.
Risulta fondamentale valutare attentamente anche la funzione linguale ed il relativo frenulo, esaminare le inserzioni e le caratteristiche dei frenuli labiali, nonché́ l’aspetto e le caratteristiche delle mucose.
Infine, l’analisi clinica delle vie aeree superiori è un ulteriore step di valutazione che va reinviato allo specialista se si dovessero riscontrare delle anomalie.
Finalità della prima visita ortodontica
L’esperienza di una visita specialistica condotta tramite tutti questi step offre ai genitori e al paziente informazioni e indicazioni utili per
- affrontare i problemi dovuti alle malocclusioni
- spiegare le scelte terapeutiche migliori per risolvere i problemi funzionali ed estetici in modo stabile nel tempo.
